Novità – Seo Senza Chiacchiere http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org Blog di SEO senza fronzoli Sat, 09 May 2020 16:37:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.8.2 Gli operatori avanzati di Google per la SEO http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/gli-operatori-avanzati-di-google-per-la-seo/ http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/gli-operatori-avanzati-di-google-per-la-seo/#respond Tue, 14 Apr 2020 11:23:56 +0000 http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/?p=168 Continua a leggere]]>

Le footprint sono delle ricerche intelligenti che utilizzando gli operatori avanzati di Google ci permettono di trovare risultati migliori e più rilevanti di quanto faremmo con delle ricerche “a caso”, facendo classiche ricerche di puro testo

Facciamo una belle carrellata degli operatori che possono servirci in una ricerca SEO. Come riferimento ho usato questa pagina: https://bynd.com/news-ideas/google-advanced-search-comprehensive-list-google-search-operators/

  • OR: non tra gli operatori che si usano più di frequente, dice a Google di cercare una certa opzione o una sua alternativa. Se cerchiamo “commenta OR “lascia un commento”” troveremo risultati che contengono una delle due opzioni e che probabilmente offrono la possibilità di commentare
  • AND: la logica di questo operatore è speculare a quella di OR. Si otterrano risultati che contengono entrambe le keyword collegate da AND, per esempio “vacanze AND post sponsorizzato” offrirà risultati in cui si parla di vacanze e si fa riferimento allo stesso tempo a post sponsorizzati. I risultati saranno ben diversi da quelli per “vacanze post sponsorizzato”, che priviligerà risultati in cui queste due keyword si trovano vicine nel testo
  • – : Il simbolo di meno esclude quella certa keyword. E’ molto utile perché permette in una ricerca, per esempio locale, di escludere risultati molto ricorrenti come Pagine Gialle o TripAdvisor. Si cercherà per esempio “dentista Milano -paginegialle -tripadvisor”. Attenzione, si escluderà anche un sito “normale” che ha scritto da qualche parte nel testo “paginegialle”
  • site: il più fedele amico del SEO, si usa in moltissimi casi. Ci permette di vedere tutte le pagine indicizzate da Google per un certo sito, e con l’aggiunta di una keyword le pagine di quel sito rilevanti per una certa ricerca.

Altri utilizzi interessanti del site:, del quale si potrebbe parlare per ore, sono:

  • site:propriosito.it, un utilizzo molto comune è capire se un certo sito è correttamente indicizzato: se le pagine sono troppe rispetto a quelle che il nostro sito effettivamente contiene abbiamo probabilmente contenuti duplicati, se sono poche parti del sito non sono indicizzate.
  • site:nomedominio.com buy v*agra OR sex OR por* etc., controlliamo se nel nostro sito sono state aggiunte pagine sospette (mettetene quante ne volete, qui ho inserito degli asterischi per non avere questo genere di keyword sul mio sito)
  • site:.it, mostra siti relativi con una certa estensione. Molto utili se si cercano siti in territori specifici, per esempio siti della Svizzera italiana, e si vogliono evitare risultati provenienti da altri paesi nei quali si parla la stessa lingua
  • site:nomedominio.com/sezioneA, vediamo tutti i risultati presenti in una specifica sezione del sito che stiamo analizzando

Una curiosità: se facendo queste prove vi appare un messaggio di errore come quello visualizzato sotto vuol dire che state lavorando bene! Google mostra quest’avviso quando rileva che da un Ip arrivano troppe ricerche: se si stanno facendo ricerche a mano questo non dovrebbe succedere, ma se queste ricerche sono “appesantite” da numerosi operatori avanzati ecco che il comportamento diventa subito sospetto per Google e può partire questa richiesta

Non c’è nulla di male (per una volta): basta dimostrare che si stanno facendo richieste a mano (e non per esempio in modo automatizzato con un programma tipo Scrapebox) e si può ricominciare ad operare tranquillamente.

Google Traffico Insolito Rilevato

 

 

Se l’argomento vi interessa consiglio di seguire il video linkato all’inizio, dove troverete più esempi e spiegazioni più approfondite

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Data scraping per assoluti principianti: estrarre 100 Url con una singola ricerca http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/data-scraping-per-assoluti-principianti-estrarre-100-url-con-una-singola-ricerca/ http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/data-scraping-per-assoluti-principianti-estrarre-100-url-con-una-singola-ricerca/#respond Wed, 04 Jan 2017 16:02:25 +0000 http://seosenzachiacchiere.com/?p=148 Continua a leggere]]>

Collegato all’utilizzo del Majestic Trust Flow Bulk checker proviamo a estrarre un gran numero (fino a 100) di Url rilevanti con una singola ricerca.
Scarichiamo questo bookmarklet che ci permetterà di estrarre tutti gli Url che si trovano in una determinata pagina: utilizzandolo sulla Serp di Google potremo quindi facilmente ottenere tutti i risultati che ci interessano per una determinata parola chiave. Esistono ovviamente moltissime alternative, quella linkata nello specifico si può utilizzare su Chrome.

data scraping primi passi

Operando in questo modo probabilmente si otterrebbero 10 risultati, quelli che normalmente sono presenti di default nella Serp di Google
Andiamo quindi su:
• disattiviamo Google Instant
• selezioniamo 100 risultati

A questo punto la nostra Serp sarà composta da 100 risultati: personalmente utilizzo sempre questo tipo di visualizzazione, che può essere comodo anche per trovare rapidamente uno specifico risultato che ci interessa ma non si trova in prima pagina su Google (quando vengono visualizzati 10 risultati). Un solerte spettatore del video su Youtube mi ha fatto notare che si possono ottenere 100 Url semplicemente aggiungendo &num=100 all’Url di ricerca: è sicuramente un ottimo suggerimento se si ritiene di aver bisogno di così tanti Url solo occasionalmente.

Utilizzare l’estrattore di Url per attività di link building

Una volta ottenuti questi cento indirizzi web rilevanti per la nostra parola chiave, cosa possiamo farne?
In un altro articolo abbiamo visto come valutare in blocco il relativo Trust Flow, rendendoci per esempio conto della competizione per quella particolare parola chiave (anche se in questo caso sarebbe meglio selezionare solo i risultati in prima pagina).
Vediamo invece come sfruttare questa ricerca per individuare dei siti internet che può essere utile contattare in una campagna di link building, per esempio per chiedere un guest post:
• Ipotizziamo di essere interessati a una ricerca su blog che parlano di arredamento
• Individuiamo una parola chiave utile, per esempio “blog arredamento”, ed estraiamo i primi cento risultati
• Inseriamo l’elenco di blog nel Majestic Trust Flow Bulk Checker
• Individuiamo le pagine più autorevoli, dalle quali otterremmo più link juice per il nostro sito
• Selezioniamo a mano gli articoli effettivamente rilevanti e scriviamo al webmaster

data scraping facile

La procedura descritta è una procedura “semplificata”, che ha senso per chi si occupa di link building in modo occasionale, magari per un proprio progetto amatoriale. Chi svolge quest’attività in modo professionale dovrebbe utilizzare strumenti appositi, come ad esempio Scrapebox, che vedremo probabilmente più avanti.

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Come sfruttare i filtri di Semrush per analizzare grandi quantità di parole chiave http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/filtri-semrush/ http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/filtri-semrush/#respond Thu, 01 Dec 2016 15:39:34 +0000 http://seosenzachiacchiere.com/?p=5 Continua a leggere]]>

 

Spesso le analisi delle keyword ci mettono fronte a grandi quantità di parole chiave, molto difficili da analizzare in modo efficace.

I filtri di Semrush ci consentono di analizzare grandi quantitativi di parole chiave senza perderci, con un’efficacia maggiore anche del keyword planner di Google Adwords. Lo strumento poi è particolarmente utile se usato su siti altrui di grandi dimensioni piuttosto che sul proprio.

 

Sfruttare i filtri di Semrush per un piano editoriale

 

In questo articolo prenderemo in esame un sito internet di grandi dimensioni che verosimilmente ranka per moltissime keyword differenti, per esempio consideriamo il sito del Corriere della Sera, www.corriere.it

analisi parole chiave semrush

Le keyword per cui il sito del corriere ranka sono 2.612.510, impossibili da analizzare a mano: cliccando però su “Visualizza report completo” sotto “Keyword di ricerca organica principali” possiamo filtrare le parole chiave e individuare quelle veramente interessanti per noi.

Clicchiamo quindi su “Filtri avanzati” e vediamo una serie di opzioni, ad esempio:

  • Keyword
  • Tipo di keyword
  • Funzionalità SERP
  • Numero di word
  • Posizione
  • Volume
  • Keyword difficulty
  • CPC
  • Url
  • Traffico %
  • Costi %

analisi keyword per piano editoriale

 

Nel nostro caso, all’interno delle parole chiave proposte dal sito del Corriere, può aver senso utilizzare questi filtri:

  • individuare solamente quelle che hanno significativi volumi di ricerca, includendo quelle con un volume maggiore di 5000 ricerche mensili.
  • considerare parole chiave composte da più di due parole, definibili quindi come “code lunghe”
  • ricercare un costo per click (CPC) maggiore di 1$
  • eliminare le keyword brand, cioè le keyword che contengono la parola “corriere”. Escludere le keyword brand è molto giusto concettualmente, perché chi sta cercando un brand come “corriere” non sta effettuando una ricerca organica nel senso comune del termine, ma sta facendo sostanzialmente una visita diretta al sito del Corriere ma è troppo “pigro” per farla scrivendo interamente l’indirizzo. E’ preferibile ottenere questo risultato escludendo proprio la parola relativa al brand, in questo caso “corriere”, e non utilizzando la funzione “brand”, spesso imprecisa.

 

semrush analisi keyword

 

Il risultato finale sarà un bell’elenco di parole chiave caratterizzate da numerosi elementi di interesse, come per esempio il volume di ricerche elevato o il Costo per Click significativo. Fate subito una prova su Semrush, per esempio analizzando un sito molto ampio come Wikipedia e cercando keyword per la vostra nicchia.

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Che cos’è una PBN? http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/che-cose-una-pbn/ http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/che-cose-una-pbn/#respond Sat, 27 Aug 2016 19:09:36 +0000 http://ilseosenzachiacchiere.altervista.org/?p=176 Continua a leggere]]>

Le PBN, Private Blog Network, sono una delle più famose tecniche di Black Hat. Una volta andavano per la maggiore, oggi sono sempre meno di moda, vittime di un timore della penalizzazione da parte del nostro amico Pinguino, timore non necessariamente giustificato.

Vediamo come funziona dal punto di vista teorico questo procedimento: anche per chi non vuole operare in questo modo, infatti, è molto utile capire come funziona una strategia del genere, perché permette di comprendere davvero come funziona Google e quali principi usa il motore di ricerca per far rankare un sito.

Prendiamo come esempio un sito con un profilo link spaventoso, lemigliorivpnPUNTOcom (non regaliamo link ;)), sito che nonostante non segua nessuna regola “white hat” ranka per keyword di tutto rispetto, che probabilmente fruttano anche migliaia di euro al mese.

 

Per stomaci forti: il profilo anchor text di lemigliorivpnDOTcombacklink spam black hat majestic

 

All’interno del profilo backlink del sito scoviamo siti che non sono semplicemente spam generica (ci sono anche altre tipologie di link black hat, tipo i commenti spam, che non tratteremo qui), e ci concentriamo su link che sono proprio delle PBN, che scoveremo seguendo alcuni indizi:

  • dominio poco pertinente
  • anchor text esatto
  • articolo di bassa qualità
  • lingua diversa (per le PBN proprio aggressive)

Una volta trovato un sospetto analizziamolo su web.archive.org: troveremo probabilmente un sito che ha avuto in passato una vita “legittima”, con dei contenuti normali pertinenti con il nome dominio. A un certo punto il proprietario lo avrà lasciato scadere, e dopo qualche tempo sarà intervenuto un “collega” appassionato di SEO black hat, che avrà acquistato il dominio e montato un nuovo sito con il solo scopo di linkare siti di cui vuole favorire il ranking.

Questa tecnica funziona? Sembra impossibile, soprattutto per chi pensa che Google sia una sorta di Mossad del web in grado di individuare attività Black Hat di qualsiasi tipo: in realtà Google spesso e volentieri si lascia ingannare da questo genere di siti, lasciando un po’ di amaro in bocca in chi fa SEO seguendo le regole (di Google).

Qual è l’obiettivo di una buona PBN

Il sito che abbiamo visto si fa linkare da siti veramente aggressivi: sorprende che non sia mai incorso in una penalizzazione algoritmica ed è sicuro che non sopravviverebbe a un controllo manuale.

Se volessimo essere meno aggressivi a fare qualcosa di più “pulito”, cosa dovremmo fare? Dobbiamo fare in modo che il nostro sito sembri “meno PBN possibile”, cioè dia pochi elementi a Google per capire che non siamo davanti a un sito “vero”, ma a un sito creato con la sola funzione di creare link.

Ecco alcune direttive:

  • creare un sito coerente con il sito originario (o magari ricreare il vecchio sito e aggiungere solo il link)
  • creare un sito esteticamente simile a un sito vero
  • creare numerosi articoli privi di finalità SEO (senza link)
  • limitare l’utilizzo di anchor text esatti
  • linkare siti “terzi”, possibilmente di specchiata fama
  • pubblicare articoli con una certa frequenza
  • non utilizzare hosting spam (e, ovviamente, non usare lo stesso IP tra diverse PBN o ancora peggio con il Money Site)

Facciamo ora qualche considerazione più ampia

  • Questa strategia funziona? La risposta è sì, il web è pieno di siti che rankano grazie a link PBN
  • Quest’attività costa poco? No, creare una PBN costa tantissimo. Occorre trovare siti scaduti che abbiano valore (dato dai link in entrata), attività che richiede ore di ricerca e centinaia di euro di tool. Una volta trovato il dominio bisogna pagare l’hosting, creare il sito e creare dei contenuti che anche se di bassa qualità sono comunque scritti da un essere umano (si potrebbero anche spinnare, ma il rischio aumenta). Complessivamente è veramente difficile pensare di spendere 100-200 euro o di investire moltissime ore del proprio tempo
  • E’ l’attività più conveniente in termini di costo? Spesso no, visto che creare una PBN costa anche centinaia di euro, non è affatto detto che questo sia il modo più conveniente per spendere. Con la stessa cifra per esempio si potrebbe creare un contenuto fantastico e promuoverlo via mail, acquistare dei guest post su siti “veri”, assumere qualcuno per fare dei commenti etc.

Come faccio a decidere se ha senso per me fare questo tipo di investimento? L’elemento da considerare è principalmente l’orizzonte di investimento a cui pensate:

  • Avete bisogno di rankare nel giro di pochi mesi e non immaginate di aver bisogno del sito fra qualche anno? Le PBN sono un’opzione sensata, è difficile ottenere dei ranking molto rapidamente con altri sistemi
  • Volete sviluppare un progetto di lungo periodo? Molto meglio investire gli stessi soldi in contenuti, o magari in qualche guest post effettivamente di qualità
  • Avete un progetto “vero” con varie keyword posizionate, ma per una certa keyword proprio non riuscite a rankare? Qualche link di questo tipo potrebbe effettivamente sbloccare la situazione

Facciamo ora anche qualche considerazione di tipo “morale”:

Chi stiamo danneggiando con questo tipo di attività?

  • Il lettore? Se il nostro sito principale, il Money Site (non la PBN, ma il sito che viene linkato), è un sito di qualità allora probabilmente no, visto che l’utente vedrà un contenuto comunque di accettabile qualità
  • Google? A mio avviso se il contenuto (del Money Site) è di qualità e l’utente è soddisfatto non si sta danneggiando Google, e se invece il contenuto non è di qualità Google ormai può facilmente interpretare la reazione degli utenti. E se poi in qualche misura si stesse danneggiando Google… non mi sentirei particolarmente in olpa!
  • Il concorrente “onesto”? Sì, sicuramente stiamo danneggiando un concorrente del nostro sito principale che si è astenuto dal realizzare pratiche di questo tipo, che si vede superato da noi che abbiamo creato siti PBN. Esiste una profonda differenza tra investire il proprio budget marketing in questo modo o farlo acquistando annunci su Facebook, guest post “legittimi” o annunci Adwords? Come si dice in questi casi “ai posteri l’ardua sentenza”
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